Smart working e disabili: i vantaggi e chi può usufruirne

Il lavoro agile per i lavoratori disabili è entrato a far parte nella nostra vita da un po’di anni con una definizione definita “telelavoro”. Chi sottoscriveva questo genere di contratto era costretto a permanere in modo prolungato presso la propria abitazione sottostando ad orari rigidi di lavoro, il che non permetteva a soggetti in condizioni di disabilità di poter fare al meglio il proprio lavoro e prendersi cura di sé. Da quando l’emergenza sanitaria dovuta al Covid ha dato via libera allo smart working, la situazione è cambiata! Vediamo insieme cosa s’intende per smart working, come attivarlo e i riferimenti legislativi.
Cos’è lo smart working?
Letteralmente tradotto in italiano “lavoro intelligente”, lo smart working è un nuovo modo di fare lavoro. Mentre nei paesi occidentali è una soluzione lavorativa valida e che va di pari passo con quella canonica in cui ci si reca in ufficio, in Italia fino a pochi mesi fa era abbastanza sconosciuta. Negli anni passati per i soggetti disabili si parlava di telelavoro, ma questa forma di contratto incentivava l’emarginazione sociale e lavorativa, causando in alcuni casi un peggioramento delle condizioni di salute. Con lo smart working invece la situazione è molto diversa. Attivando questa forma di lavoro si ha una valorizzazione delle mansioni, maggiore flessibilità oraria e scelta della sede che si preferisce. In questo modo il lavoratore incrementa la produttività individuale potendo lavorare nei momenti migliori. Va ricordato che per disabilità non intendiamo solo limitazioni o assenza di mobilità, ma rientrano in questa categoria tutti i soggetti che soffrono di malattie psichiche e corniche. Basta pensare a quante persone oggi sono affette dal cancro per capire come lo smart working permetterebbe a questi soggetti di lavorare nei momenti di disponibilità e al contempo pendersi cura di sé stessi, seguendo in modo sereno tutte le terapie, anche quelle salvavita.
Il diritto allo smart working
Per tutte le categorie fragili, disabili compresi, è ormai diventato un diritto poter lavorare agilmente nel luogo che si preferisce e negli orari più consoni, previo accordo tra lavoratore e datore di lavoro. Di solito quando si assume un soggetto disabile è il datore di lavoro che affida le mansioni che possono essere svolte tranquillamente da casa al soggetto, ovviamente assicurandosi che quest’ultimo abbia le competenze digitali necessarie per portare a termine il compito. In questo periodo di emergenza sanitaria poi, l’azienda deve avere maggior riguardo per le categorie più fragili, assicurando di non metterle a rischio e offrendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno per sentirsi tutelati.
Con il Decreto legge del 17 marzo 2020 numero 18, convertito poi in legge numero 27 del 24 aprile 2020, viene affermato che tutti i lavoratori disabili o che nel proprio nucleo familiare hanno una persona affetta da disabilità, hanno il diritto a svolgere lo smart working, sempre se compatibile con la mansione svolta. Tale legge è attuata sia per i lavoratori pubblici che privati. In particolare per i lavoratori della Pubblica Amministrazione, la normativa vigente ha obbligato a mettere in lavoro agile almeno il 50% dei dipendenti, per tute quelle mansioni che possono essere svolte da casa.
È proprio il datore di lavoro che deve fornire tutti i device per permettere al disabile di svolgere il lavoro da casa tranquillamente.
Compenso economico per lavoro in smart working dei disabili
Lo stipendio dei dipendenti disabili che svolgono le proprie mansioni in smart working è quello previsto dal contratto che si percepisce quando ci si reca in ufficio. Non vi saranno alcune penalizzazioni o una diminuzione dello stipendio. Il datore di lavoro e il lavoratore potranno accordarsi sugli orari di attività tramite intesa individuale, sottoscritto tra le parti, così da elaborare un modello operativo di lavoro agile con soluzioni differenti in base alla tipologia di disabilità. L’unico vincono è quello di non superare le soglie massime dell’orario di lavoro.